Dopo il diploma: una scelta emotiva o cognitiva?
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Chissà quante volte ti sarai sorpreso a sognore ad occhi aperti, fantasticare, magari proprio mentre stavi leggendo un libro o stavi ascoltando una lezione. Distrazione? In realtà esiste una modalità specifica del nostro funzionamento cerebrale, chiamato "default mode", che presiede proprio a questa esplorazione del mondo "interno", staccando per qualche momento l'attenzione dal mondo esterno.
La scoperta delle neuroscienze, e in particolare della neuroscienziata americana Mary Helen Immordino-Yang, è che alternare sapientemente momenti di attenzione a compiti cognitivi con momneti di pensieri introspettivi, è una grande risorsa per le nostre cpaacità di apprendimento.
In pratica diventiamo migliori studenti, discenti, svolgiamo meglio i compiti che richiedono attenzione, e miglioriamo anche le nostre emozioni che ci permettono di entrare in relazioni positive con gli altri, quanto più abbiamo dei momenti in cui "sogniamo ad occhi aperti", lasciamo il pensiero libero di correre, di immaginare, di dialogare con noi stessi.
Ciao, benvenuto!
Vorrei affrontare alcune questioni tra le più “spinose” intorno alla questione della ricerca di uno psicologo online, tra quelle più richieste su internet e anche tra le domande che mi vengono fatte più spesso.
Innanzitutto la questione di fondo: ciò che accade online non è virtuale, ma è reale.
Il mezzo può essere un mezzo digitale, puoi vedere accadere qualcosa al di là dello schermo, o attraverso uno schermo, ma la relazione che ti lega in questo caso ad un professionista è assolutamente reale; e quindi lo spessore, il significato e la valenza di quello che accade è assolutamente reale, e regolamentata allo stesso modo di una prestazione professionale in presenza.
L’altra grande questione “spinosa” è quella del costo: molto spesso noi siamo abituati a pensare che “on line” voglia dire “gratis”; questa equazione ci è indotta dal fatto che l’evoluzione che ha avuto il web soprattutto negli ultimi anni ci dà un po l’impressione che appunto il web sia una grande piazza dove la maggior parte delle cose sono disponibili gratuitamente. Per certi aspetti questo è vero, in fondo oggi sul web possiamo trovare informazioni di qualunque tipo in modo assolutamente gratuito.
Come è facile comprendere, però un conto è un’attività di divulgazione e di diffusione di contenuti, di condivisione di contenuti: io ad esempio sul mio sito www.paroleinmente.it condivido tanti contenuti legati a temi di psicologia di varia natura, che sono tutte questioni che amo, che mi appassionano; un altro conto è una prestazione professionale.
Naturalmente una prestazione professionale per definizione è un lavoro e quindi richiede necessariamente un compenso.
Un’altra grande questione è a questo proposito quella della tariffa: c’è un po’ la percezione che qualcosa che si svolge online debba costare meno di qualcosa che accade in presenza. Magari uno immagina che ci siano meno costi di gestione dello studio, di attrezzature ecc.; in parte questo può essere vero.
La cosa però da non perdere di vista è appunto che si tratta di una prestazione professionale, che ha alle spalle una formazione, una competenza e un’esperienza che non sono diverse a seconda del luogo in cui ci si trova e del media attraverso cui l’attività viene svolta.
Quindi nonostante appunto molti colleghi poi tendano di fatto a ridurre le tariffe per l’attività online, io, insieme a un altro nutrito gruppo di colleghi, credo invece che la competenza di uno psicologo sia la stessa ovunque si trovi a svolgere una seduta; sempre poi con un margine di flessibilità relativa alle singole situazioni, perché questo è giusto.
Rispetto quindi alla questione della tariffa il fatto che una prestazione avvenga online genera l’aspettativa che più economica, ma l’altra grande grande legge del web a cui siamo un po’ stati abituati è la percezione che ciò che costa meno vale meno; forse c’è un po’ questo retropensiero: siccome mi manca la presenza, allora mi manca qualcosa, e quindi deve mancare qualcosa anche nel compenso. No, non è così perché appunto è vero che il setting è diverso, e fare una seduta in videochiamata non è la replica esatta di quello che accade uno studio psicologico - d’altra parte è vero anche che non esiste solo la videochiamata, ma esistono forme di consultazione on line attraverso lo scritto, l’email, la chat, quindi modalità diverse.
Quindi sicuramente il setting è diverso, ma non è diversa la sostanza della relazione; poi molti si aspettano di trovare online semplicemente dei consigli, delle indicazioni; non stanno chiedendo realmente una prestazione professionale, spesso la richiesta è quella di rimanere anonimi, ad esempio.
Questo ha che fare in parte con delle dinamiche assolutamente comprensibili, rispetto agli scrupoli che possono esserci nell’aprirsi con una persona, sia pure tutelati dal segreto professionale; in parte forse anche quello stigma sociale che rimane soprattutto in Italia intorno a tutte le figure che ruotano attorno alla salute mentale.
Ma questa sicuramente può essere una circostanza in cui il web può aiutare perché effettivamente è possibile attraverso vari servizi dare la possibilità di consultare uno psicologo che comunque ti garantisce una preparazione e una formazione professionali, senza però implicarsi in una relazione; è chiaro che questa non sarà mai però una relazione d’aiuto, non sarà mai una consultazione psicologica, men che meno una diagnosi; sarà semplicemente il parere espresso da un esperto in linea generale su una richiesta che non può che essere appunto trattata a caratteri generali.
Però questo può essere l’inizio, perché spesso si tratta comunque di resistenze magari in buona parte anche inconsce che da un lato spingono a una richiesta d’aiuto, ma dall’altro frenan. Poi normalmente accade che quando si supera questo questo diaframma che separa dalla ricerca fattiva di una relazione d’aiuto, le cose si sciolgono molto velocemente e non è più un problema poi entrare in relazione, che sia in presenza, che sia online, con una figura d’aiuto
Ad ogni modo io credo che la cosa più intelligente da fare rispetto tutti i dubbi che possono venire di qualunque natura, anche molto pragmatici (abbiamo parlato di soldi) sono parte fondamentale della vita di ciascuno di noi e poi di tutti gli altri aspetti al pari fondamentali di tipo emotivo., di tipo relazionale, possono essere tranquillamente messe a tema e discussi con lo psicologo che si decide di consultare.
Io credo che non bisogna avere nessun timore appunto nel chiedere informazioni, andare anche direttamente sulle questioni che più ci stanno a cuore, poi ciascuno di noi ragiona in modo diverso, per cui la preoccupazione fondamentale di una persona può non essere assolutamente un problema per un’altra che magari invece a tanti scrupoli su un’altra questione; quindi anche in questa modalità appunto di contatto magari online a distanza secondo me è giusto e pienamente legittimo chiarirsi tranquillamente tutti i dubbi che possono venirci, perché comunque la relazione psicologica deve essere una relazione di accoglienza, per certi aspetti tendenzialmente incondizionata, per cui è giusto che non ci siano nei limiti del possibile degli impliciti che poi fin da subito rendono difficoltosa la relazione.
Bene, abbiamo affrontato quelle due tre questioni che mi sembra così emergano più spesso; resta l’invito naturalmente a contattarmi per qualunque altro dubbio, necessità, questione, curiosità, anche per chi non ha nessuna intenzione di coinvolgersi in una consultazione professionale, in una relazione professionale; appunto l’opportunità che ci offre che ci offre il web è anche quella di entrare in contatto in modo molto agile: può essere un messaggio su whatsapp, può essere compilate il form; magari questo comunque è l’inizio di un lavoro che magari non sarà fatto con uno psicologo, sarà iniziato anche da soli in prima persona o all’interno di altre relazioni, ma comunque il primo passo di un cambiamento.
Bene, ti ringrazio e ci vediamo sul mio sito www.paroleinmente.it.
A presto!
Se ti dicessi che la migliore vita possibile...è proprio la tua? Il filosofo Leibniz parlava dei mondi possibili, e diceva che il nostro è il migliore dei mondi possibili. La verità è che non sappiamo come sarebbero andate le cose se le cose non fossero andate come sono andate. Spesso nell'ascolto psicologico il passato, le scelte, i rimpianti, dominano la scena. C'è una via d'uscita?
Le circostanze di questo periodo hanno portato a dare grande importanza ad una pratica su cui in verità essitono già molti studi e moltissime esperienze di professionisti in tutto il mondo: la consulenza psicologica online, mediata da vari strumenti tecnologici, al di fuori del classico setting dello studio dello psicologo. Iniziamo a parlarne insieme!